mercoledì 27 aprile 2011

Aldilà postdanteschi: Boccaccio, Folengo, John Dee


Riallacciando idealmente il discorso da un post di qualche tempo fa,
continuiamo brevemente la carrellata sull'immaginario letterario e culturale sull'aldilà.
Dopo Dante e la sua opera, la maniera di utilizzare il tema dell'aldilà e talvolta della Nekyia cambia radicalmente. La rivoluzione maggiore e lo stacco netto da tutto il periodo passato sono dovuti principalmente a Boccaccio e all'utilizzo incontenibile e irrisorio della parodia nei riguardi delle forme obsolete della letteratura precedente.

("Tale from Decameron" 1916, John William Waterhouse)

Nel Decameron, Terza Giornata Novella VIII, ci viene presentato un personaggio, Ferondo, contadino profondamente geloso. A un certo punto sua moglie conosce un abate. Il religioso con l'assenso della moglie, che crede in questo modo di liberare il marito dalla sua devastante gelosia mandandolo in Purgatorio, droga Ferondo, che viene rinchiuso in una cantina umida e buia per ben 10 mesi, facendo credere al malcapitato contadino che si trovasse in Purgatorio a causa della sua esagerata gelosia. Nel frattempo l'abate fa le veci del marito con la donna, divenendo il suo amante.
Il "Purgatorio" finto dell'abate infido, e del contadino geloso, rappresenta il completo rovesciamento della visione dell'aldilà dantesco: si assiste contemporaneamente alla dissacrazione dell'aldilà dantesco, della topografia medievale dell'aldilà (la cantina...), e alla parodia di un genere letterario come il viaggio nell'oltretomba.
La cantina qui è un oltretomba sotterraneo a suo modo, un sottomondo simile all'inferno dantesco con il suo cono rovesciato/imbuto, con cui presenta anche l'affinità delle punizioni corporali che non vengono risparmiate al povero contadino ingenuo.
Come ogni viaggio nell'oltretomba, anche questo boccaccesco si conclude con il contadino restituito alle dimensioni superiori (in certo qual modo "resuscitato"), e il ravvedimento del contadino dalla sua gelosia. Ferondo rinato alla vita di tutti i giorni apprenderà che diventerà padre (di un figlio non suo, in realtà dell'abate). L'aldilà di Ferondo/Boccaccio è il primo rovesciamento critico feroce del viaggio agli inferi, genere letterario a quell'epoca così ripetitivo e abusato che ormai sembra potersi proporre solo in chiave parodica.

Il "rimettere lo diavolo in inferno" poi, con l'ironia dissacrante boccaccesca ("la risurrezione della carne" intesa come momento di vigore sessuale) gioca con lo scambio di attributi non solo lessicali anche nella Novella X sempre della Terza Giornata.

(Andrea del Castagno, "Giovanni Boccaccio", dal "Ciclo degli uomini e donne illustri", Galleria degli Uffizi, Firenze, 1448-1451)

Nel Cinquecento la rappresentazione del viaggio nell'aldilà sarà ancora all'insegna dell'ironia e della demistificazione, con una patina velata di autocritica. Nel poema "Baldus" di Teofilo Folengo, del 1518, dalla funambolica felicità linguistica, il poeta Merlin Cocai (pseudonimo di Teofilo stesso) e i compagni si ritrovano al convito infernale delle ombre.
L'Inferno nel Baldus è occupato da una zucca gigante,
luogo destinato ai poeti, cantori e astrologi,
cioè figurativamente, secondo il testo, a tutti quelli che creano, cantano e interpretano i sogni, riempiendo i libri di favole e fandonie varie:

"Stanza poetarum est, cantorum, astrologum,
qui fingunt, cantant, dovinant somnia genti:
complevere libros follis vanisque novellis"
(XXV, 608-610)

(Teofilo Folengo nel ritratto del Romanino)

Anche qui, pur nel rovesciamento dei leitmotiv della letteratura precedente, l'aldilà è legato al tema del sogno, e proprio i poeti, detti bugiardi fabbricatori di sogni, si trovano nel fondo dell'inferno.
Là al posto dei tradizionali demoni, ci sono appositi "barbieri" infernali "strappatori",
che avrebbero il compito di strappare ai poeti tanti denti quante bugie e sogni vani
i poeti inventarono:
chiaramente il meccanismo colpa/punizione è stato escogitato in ossequio al sistema della pena a contrappasso, quanti più denti vengono strappati, tanto più essi ricrescono di nuovo, come fecero le loro bugie letterarie a raffica.
Merlin Cocai, poeta mentitore a sua volta, abbandona in queste acerrime lande il suo eroe Baldus, destinato a ritornare sulla terra, e conclude il poema dove l'aspetta la condanna:

"Hic numquam cessat nunc descalzare tremendis
cum ferris dentes, nunc estirpare tenais,
unde infinitos audis simul ire cridores
ad coleum, numquamve opera cessatur ab ista.
Quottidie quantas illi fecere bosias,
quottidie tantos bisognat perdere dentes,
qui quo plus streppantur ibi, plus denuo nascunt.
(.....)
Zucca mihi patria est; opus est hic perdere dentes
tot quot in immenso posui mendacia libro"
(Baldus, XXV, 635-650)

Il motivo storico dell'approdo alla parodia nella descrizione d'aldilà è vario,
non si tratta solo di un mutato spirito dei tempi:
va tenuto conto dell'inflazionamento del genere letterario "viaggio nell'aldilà", presente sin dall'antichità greco-romana, del diffondersi di cartine geografiche-topografiche infernali sempre più improbabili che facevano dell'aldilà un luogo troppo fisico e non metafisico,
presenti in disparate credenze, opere varie, cartine geografiche immaginarie dove questo mondo si scioglieva nell'altro mediante porte segrete, segnalando luoghi terreni come sedi di Inferno e Purgatorio, come vulcani o isole (toccò anche alla Sicilia e all'Etna), mescolando tradizioni popolari, cattoliche, pagane, mediterranee e anche celtiche in un vortice concettuale di modelli decontestualizzati ormai esangue e privo di significato.

Per non limitarci alla letteratura italiana, e alle sue parodie di un genere troppo sfruttato,
proprio il Cinquecento con i suoi rivolgimenti storici vede vari personaggi in settori affini.
Un cenno almeno merita John Dee (1527-1608) per la sua "frequentazione" col mondo del mistero, delle arti occulte e della Nekyia non intesa questa volta come stratagemma letterario, ma come pratica esercitata in prima persona.

(John Dee ed Elisabetta I)

Matematico, geografo, alchimista inglese alla corte della regina Elisabetta I, esperto di occultismo, divinazione, si considerava cristiano (evangelico, ma all'interno di un Protestantesimo anglosassone non ortodosso, fu accusato più volte di stregoneria), anche se nella sua interpretazione para-cristiana l'ermetismo ha una parte considerevole, così come le filosofie di Platone e Pitagora, l'astrologia (fu astrologo di corte, anche astrologo giudiziario, angelologo e negromante).
Si tratta di una figura reale, con contorni leggendari, legato all'invenzione della "Mano della Gloria" o "Sigillum Emeth" (uno strumento magico con cui si dice riusciva a paralizzare all'istante qualsiasi persona l'avesse vista), e al caso delle 21 lettere divine Enochiane.
In pratica John Dee effettuava numerose esperienze paranormali, e si serviva della magia "angelica" per scoprire alcuni segreti della natura (e del potere). In una di queste esperienze gli sarebbe stato mostrato un libro magico scritto in una lingua arcana "il Libro di Enoch" (Enoch in origine è un patriarca biblico), e gli spiriti gli avrebbero dettato la traduzione che Dee riportò nel Liber Loagaeth o Liber Mysteriorum scritto in lingua sconosciuta, da lui detta "enochiana" (il libro esiste, è custodito al British Museum di Londra, considerato non comprensibile) anche se si distinguono 21 caratteri.
H.P.Lovecraft attribuisce fittiziamente a John Dee la paternità del manoscritto con la traduzione inglese del "Necronomicon". Sempre John Dee è protagonista del romanzo "L'Angelo della Finestra d'Occidente" del 1927 di Gustave Meyrinck. John Dee è anche citato nel "Pendolo di Foucault" di Umberto Eco.
Di John Dee come autore si ricordano ancora "La Monade Geroglifica" (1564),
un Trattato Magico, appunto il "Liber Mysteriorum", "De Heptarchia Mystica" (1582): si tratta di testi che oltre a teorie ed esperienze personali, in varia maniera illustrano anche il clima del sentire di un periodo in cui nacque anche il movimento dei Rosa Croce.
Prima protetto da Elisabetta I, John venne poi emarginato da Giacomo I.
I campi d'indagine di John furono davvero vari, era esperto anche in meccanica, costruì uno scarabeo volante per rappresentazioni teatrali, studiò la mistica dei numeri, volse gli studi alchemici e astrologici a fini divinatori. Con l'alchimista Edward Kelley si dice realizzarono pubblicamente la trasmutazione di un metallo in oro alla presenza dell'Imperatore Massimiliano d'Asburgo.
Dee ebbe anche una visione politica vicina ad una sorta di misticismo imperialista, e si dice affascinasse con alcune teorie Massimiliano d'Asburgo. Il soggiorno di Dee in Boemia venne anche messo in relazione ad alcuni fatti: la nascita nel 1586 di una Lega "Evangelica" a fini politici per contrastare la Lega Cattolica, denominata Confederatio Militiae Evangelicae (partecipanti il Re di Navarra e Danimarca e la stessa Regina d'Inghilterra) secondo alcuni nessi rinvenuti dalla storica E.A. Yates: questo evento è citato nella "Noometria" (1604, inedito conservato alla Landesbibliotek di Stoccarda, dedicato al duca Federico I, alchimista, sovrano di uno stato tedesco luterano) di Simon Studion abbinata alla menzione di un'alleanza segreta tra Giacomo I d'Inghilterra, il Re di Francia e Federico duca di Wurtenberg, e le nozze della figlia di Giacomo I con il Principe elettore del Palatinato. Ancora, sia nella Confederatio Militiae Evangelicae tanto nella Noometria di Simon Studion sono reperibili simbologie legate alla Rosa e alla Croce (presenti peraltro anche nella simbologia Luterana). Nell'alleanza tra i sovrani fautori del Protestantesimo d'allora compare più d'una motivazione politica ed economica chiara di supremazia europea, ma anche l'espressione di un movimento di pensiero "laterale", ben diverso dal Cristianesimo ufficiale anche riformato, nutrito da disparate influenze segrete in Europa, che non escludono apporti cabalistici, e influssi ermetici-esoterici.
Anche questi aspetti, dai più noti ai più sotterranei, contribuiranno a mutare la percezione dell'aldilà nell'immaginario, nella concezione di questo e dell'altro mondo, e di conseguenza nell'arte.
La ricerca ...continuerà.

(per alcuni passaggi storici nell'ultima parte del post si ringrazia il sito: http://www.parodos.it/rosa%20croce.htm )

Josh

22 commenti:

Hesperia ha detto...

Tema molto affascinante sul quale vedo che sei ritornato, Josh.
Mi ha intrigato in particolare la biografia di John Dee e la sua pratica nelle sue eclettiche discipline nelle quali rientra anche l'alchimia e l'occultismo.
Per quanto concerne il simbolo della rosa e della croce, il riferimento concreto rimanda alla massoneria e in particolare ai Rosacroce.
E del resto le pratiche gnostiche e occultistiche, fanno parte anche dei riti iniziatici massonici.
Ma poi torneremo anche su questo tema, per certi aspetti ancora misterioso.

Josh ha detto...

Grazie Hesperia...
non tralasciamo però le 2 novelle del Boccaccio, per quanto riguarda la messa in ridicolo degli aldilà medievali,
e quell'opera metaforica e umoristica di Teofilo Folengo/Merlin Cocai il "Baldus", con la sua Zucca infernale e i barbieri strappadenti (immagine che mi è tornata in mente col suo latino strampalato in queste settimane vedendo quella pubblicità ridicola di Aldo Giovanni e Giacomo barbieri:-))

Josh ha detto...

John Dee è stato un soggetto particolare. Nei link inseriti nel testo si rimanda a siti alcuni importanti e ben fatti, uno è anche la John Dee society.

Fu un genio a suo modo, ma alcuni tratti della sua vita sono parecchio oscuri e frammisti a trame a mio avviso poco raccomandabili.

In questi giorni in cui si parla incessantemente di un argomento che detesto, le nozze di principi inglesi (a me nemmeno è mai fregato nulla di lady D) ho trovato interessante e provocatorio dissertare brevemente su questa figura di Dee, così frammista ....tra negromanzia, potere, Elisabetta I e i lati oscuri e famelici visti anche troppe volte nella storia dei regnanti inglesi.
Regnanti (e non solo) inglesi spesso così pronti a spalare vagonate di guano sull'Italia, eppure per nulla limpidi a casa loro, a ben guardare.

Indubbiamente la massoneria c'entrava assai.
Esistono pratiche gnostiche che stanno da sè, intendo che non c'entrano obbligatoriamente con la massoneria, può essere talvolta solo una tipicità filosofica.
Ma la massoneria dal suo punto di vista gnosi e occultismo le usa da sempre.

Il fatto che anche la politica ne usasse, frammiste al protestantesimo (che in teoria vi si opponeva) è un fatto curioso.

Josh ha detto...

Spiego un punto del mio scorso commento: è noto che il Protestantesimo o meglio l'Evangelismo era la teoria cristiana dei vari "Sola":
Sola Scriptura...per giungere a un'autenticità cristiana scritturale, tagliando quella parte di tradizione umana e non sacra che si era accumulata nei secoli e aveva inquinato la mistica con favole umane (e in parte la questione poteva davvero essere meditata in questa chiave, basti pensare ad Erasmo da Rotterdam e Melantone che tentavano di mediare lo scisma o di conciliare tra i 2 punti di vista, un fondo di verità c'era su molti punti).

Ma col protestantesimo specificamente inglese non bisogna dimenticare la questione politica, economica, egemonica, comunque presente.

Si aggiunge poi presso la corte 'protestante' inglese la presenza di un astrologo, negromante influente, lì dove l'Evangelismo condannava queste cose ancor più del Cattolicesimo....
(chiaro che se per l'evangelismo il cristianesimo era Sola Scriptura, beh allora astrologia, negromanzia, tradizioni spurie, testi enochiani fuori dall'ambito della Scrittura dovevano essere vietati o almeno non assidersi insieme alla corona con riconoscimento ufficiale, ma John Dee invece....e mantiene nel frattempo anche cariche presso istituti cristiani).

Aggiungo poi che è molto facile che massonerie varie abbiano usato anche il protestantesimo, a volte suo malgrado a volte no, in chiave politica, chiaro anticattolica, ma anche anticristiana in genere, in vista di un'egemonia europea non latina.
Quest'ultima la perseguono tuttora, come chiaro.

Hesperia ha detto...

Sì certo anche la novella di Boccaccio. Ma quella è più dissacratoria e parodistica. Come hai ben scritto, rappresenta un rovesciamento in chiave farsesca dell'aldilà dantesco.

La pratica dell'alchimia e della trasformazione dei metalli era ben conosciuta anche da Newton.
Per non dire del nostro Rinascimento (Paracelso, Cagliostro, Marsilio ecc. ), colmo di questi studi gnostici, come ben saprai.

Hesperia ha detto...

OT di carattere tecnico: da stamattina la piattaforma di google ha deciso di imperio di far registrare tutti gli utenti, perciò i commenti anonimi non sono più abilitati. Un'altra mossa orwelliana? A pensar male ecc. ecc.

Peccato perché così molti dei lettori che avevamo saranno scoraggiati a scrivere. Vale anche per il Loch. Ciao.

Josh ha detto...

dunque, sul secondo punto ne abbiamo parlato anche di là, ora poi non si capisce più che accada del web: vedremo. Aggiungo che alcuni siti tranquilli in questi giorni non si vedono, e anche alcuni webdomini.

Su alchimia e gnosi benissimo citare Newton.
i nostri rinascimentali idem: Paracelso, Cagliostro, Marsilio, ma ancora l'idea di massoneria o esoterismo per un potere di stato, almeno nel caso dei nostri del Rinascimento, era più lontano, lì si era nella libera ricerca e passione spesso privata, a cavallo tra studio e sperimentazione.

John Dee e la corona inglese a mio avviso possiede una tinta...più oscura e una luce più sinistra, specie notando i fatti storici vicini.

paolo ha detto...

Ho tentato di mettere un commento già da ieri ma non ci sono riuscito. Premetto che l'argomento per i riferimenti letterari che contiene, è di tutto rispetto. Ma oggi con medium e occultismi se ne fa addirittura un chiassoso commercio. Poi l'ultimo film di Eastwood "Hereafter" ha dato la stura mediatica al fenomeno.
Ma torno sulla massoneria a cui avete accennato. Secondo certa storiografia pare invece che si stesse consolidando durante il Rinascimento e che Leonardo appartenesse al Priorato di Sion, un ordine massonico a cui appartenne più tardi anche Jean Cocteau.
La mitologia massonica risale addirittura ai Templari del Medio Evo, i costruttori delle cattedrali. Ma qui siamo alle leggende. O all'agiografia del fenomeno.

Josh ha detto...

Ciao Paolo, senz'altro ormai la questione medium (vedi anche in tv almeno 2 serie di telefilm in onda anche in queste settimane e negli ultimi anni) è diventata un argomento di massa, inflazionatissimo.
L'occultismo sarebbe una cosa diversa, ma oggi si fa un gran rimischione anche di quello.

Josh ha detto...

sulla Massoneria è vero che una parte della storiografia attuale legge alcuni eventi diversamente rispetto al passato.
Poi penso che andrebbero distinte più massonerie, ci sono più tendenze all'interno.

C'è chi vi include tra i capostipite anche Savonarola e Leonardo, per esempio come giustamente fai notare. In alcuni casi avrei forti dubbi, e le prove non sempre sono sufficienti.

Ho presente un po' la teoria del Priorato di Sion, ed è vero che che c'è chi si riallaccia ai Templari.
Per es. io non sono così convinto nè della faccenda Templare nè di molte altre.
Ma è come dici: in questi casi, tra prove insufficienti e documenti segreti smarriti in un passato ormai remoto si rischia di perdersi nella leggenda.

paolo ha detto...

Sui Templari nemmeno io sono disposto a credere che stiano all'origine della massoneria. Ma ciascuno ha bisogno dei suoi miti evidentemente. E molti testi che trattano l'argomento, partono da lì.

Sulle sedute spiritiche per comunicare con i trapassati non ci parteciperei neanche morto. però penso che i sensitivi esistano e a volte se ne serve perfino la polizia.

Hesperia ha detto...

La faccenda dei Templari è assai controversa, Paolo. E non sono pochi quei testi storici sulla massoneria che dicono che trattasi di bufala opportunamente fatta circolare nelle logge per creare una sorta di agiografia. Ma anche la storiografia massonica, pare che sia piena di buchi neri e che solo una tal Daniele Estulin avrebbe affrontato seriamente il discorso (io però non l'ho letto) .
E' chiaro, caro Josh, che tu che sei in un certo senso l'iniziatore del discorso, potresti fornire altro materiale nel merito per uno specifico successivo post sull'argomento "società segrete" :-).

Del Priorato di Sion, mi dicono che se ne sia occupato anche quel pataccaro di Dan Brown. Io però i suoi libri non ho intenzione di leggerli.

Josh ha detto...

Vi dirò...:-)

Paolo, sui Templari ne hanno dette di tutte di più, comprese teorie anche 'scabrose'...nel nostro argomento per es. fa comodo a parte della Massoneria darsi un'origine diciamo blasonata e nobile, o usarne il ricordo per nobilitare i propri intenti, e i Templari su cui sa poco, ma abbastanza per dubitare di questa ipotesi, facevano al caso.

Sulle sedute spiritiche : non ci parteciperei nemmeno io, non mi interessano proprio.
I medium, o meglio, le persone, diciamo, lo preferisco, psichicamente attive, invece ci sono e ne sono sicuro. E' vero che anche la polizia se n'è servita, ma anche lì c'è da separare il grano dal loglio.

Josh ha detto...

Hesperia, farò il possibile....a dire il vero io sono l'iniziatore del discorso più strettamente inteso come 'aldilà in letteratura'....e concezioni dell'aldilà, che ritroviamo in libri classici o meno.

Si arriverà nella letteratura moderna a immaginare gli inferi di nuovo in terra, intesi come oggettivati qui dagli errori dell'uomo: come a dire siamo noi a creare il nostro inferno...e dagli torto! :-)

a rigore di quel che mi ero proposto...arriveranno altri capitoli, ma resterò in ambito letterario: c'è ancora molto, basti pensare, punto non trattato finora, al mutare della prospettiva con la scoperta dell'America e del mondo fisico diverso da certe cartine geografiche in cui verrà meno la topografia dell'aldilà rispetto al medioevo...E tanti poeti

Non so se arriverò a trattare le "società segrete", sai che è un mare magnum...con anche opportune censure:-)

hai ragione in pieno: il Priorato di Sion e parte della sua fenomenologia tardo gnostica, a parte tutti i Voyager visti in TV,
l'ha adoperata il pataccaro Dan Brown.
Tutto fa brodo pur di sempre scalzare varie radici d'Occidente, dagli Ufo a Gesù e Maddalene sposati con prole, morti in India a 200 anni senza nessuna risurrezione:
lo inserirei nel filone fantasy-gnostico deresponsabilizzante:-)), in cui si rimischia storia, esegesi ormai assodate volte al contrario, testi spurii,
per insinuare dubbi negli incolti e spingerli a visioni deligittimanti la Tradizione, e verso esili visioni eterodosse. Fondamentalmente per puro interesse di parte e non per speculazione filosofica.

Ecco che già lì casca a mo' di pera cotta il mio interesse:-))

Cabiria ha detto...

Boccaccio, Folengo, J. Dee e loro successivi emuli, prendevano e prendono in giro il problema serio dell'Aldilà, che non è una questione salottiera, ma la sorte eterna della nostra vita ultraterrena.
Per quelli di cui qui si parla e che sono già passati nell'Aldilà, sarebbe intereassante poterli intervistare dopo la loro morte per sapere, subito dopo il trapasso e oltre, come la pensano sull'Aldilà, dove sono già approdati. Se se la ridono ancora o se si stanno facendo un lunghissimo soggiorno di mea culpa in Purgatorio.

Josh ha detto...

@Cabiria:

la collana di post sul tema, comunque nella mia intenzione, non vuole essere da salotto, ma paralleli sulla letteratura e sull'immaginario letterario nei secoli, perciò su libri.

Folengo era un sacerdote benedettino! non prende in giro l'aldilà, bensì altri libri su aldilà immaginifici, lui ha invece un intento moralizzatore :-))

Boccaccio non prende in giro l'aldilà, ma l'aldilà letterario dantesco come forma abusata.
Non so, ognuno vi veda quel che crede, ma cerchiamo di distinguere.

C'era anche una parte di patristica che era arrivata a stabilire la sede dell'inferno in Sicilia. Di humour ce n'è senza per questo essere blasfemi.

Se poi si vogliono testi profondi, diretti e non letterari, guarda anche da un ambito stavolta differente ti consiglio questi, dall'età dell'innocenza del mondo anglosassone:

Charles Haddon Spurgeon "Meditazioni del mattino e della sera"

e "Le 7 parole dalla croce"

John Bunyan "Il pellegrinaggio del cristiano"

John Wesley "Il Sermone sul Monte"

lì c'è tutta la poesia e il rigorismo morale ...che avercene, ma sconfiniamo nella mistica e non siamo più in letteratura.

Josh ha detto...

@Hesperia: un sito che fa osservazioni interessanti su massoneria e oggi, per lo più, ma non solo, ci sono anche parti culturali d'indagine sul passato, è anche questo:

http://santaruina.splinder.com/

Josh ha detto...

@Cabiria aggiungo anche una notazione di metodo:-)
non saranno oggi, nel 2011, i credenti rimasti, a censurare Boccaccio,
che s'insegna in tutte le scuole superiori:
si rischia non di apparire fuori del tempo, ma di parere non avere armi sufficienti nemmeno contro l'ironia...
con quello che c'è in giro oggi per starda, altro che Boccaccio...
Pensaci! :-) non è quella della chiusura la via.

Hesperia ha detto...

Grazie del link, Josh.

marshall ha detto...

Josh,
Un pò lunga, ma è un'ottima ricerca (mi chiedo quanto tempo ti ha tenuto impegnato, solamente per scriverla!! E per fortuna l'hai interrotta dicendo che seguirà :-) ).
Son finalmente riuscito a leggerlo tutto, compreso tutti i link, ed ho così appreso cose nuove (evviva! mi sono molto acculturato :-) ). Il personaggio Teofilo Folengo credo d'averlo già incontrato nella biografia di Veronica Gàmbara, della quale ho scritto quel post. Interessante quella storia della Rosa Croce, anche per via di tutti quei personaggi famosi che vi avrebbero fatto parte, e anche di tutti quei fatti ad essa legati! (fatti ultrastimolanti per uno scrittore di romanzi del mistero :-) ).
Interessante, ed anche quella a me sconosciuta, la storia di John Dee ed Elisabetta I.
Se non sbaglio, di John William Waterhouse ne avevi già parlato a fondo a proposito dei Preraffaelliti (ho scritto giusto? E quello era stato un post che m'era particolarmente piaciuto!).
Insomma, in fin della fiera è un megapost al quale dovrebbe corrispondere un megacommento, e invece non saprei proprio da che parte cominciare, tale è la vastità.

Josh ha detto...

Non mi ha richiesto molto tempo, Marshall...una mezz'oretta:-)compresa la scelta delle immagini.

Avevo presente alcuni testi, che avevo già letto da tanto, e che (Boccaccio e Folengo) ho spesso per le mani, li ho solo messi in relazione tra di loro.

Folengo comunque è uno dei meno noti tra i citati, ma da riscoprire per la sua ironia e i divertimenti linguistici:

"Zucca mihi patria est" detta così, da un eroe 'mitologico' era parecchio rivoluzionario per l'epoca:-)

Anonimo ha detto...

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