mercoledì 6 luglio 2011

L'Occidente

L'ultimo mio post della stagione.
Sempre in sintonia con la mia semi-pausa estiva, propongo un brano degli italiani IANVA,
"L'Occidente", in linea con alcuni degli ultimi nostri post.
Magistralmente scritto, ci sono alcune particolarità rispetto ai canoni consueti neofolk:
se permane l'influsso military pop, da notare la presenza di sonorità tradizionali italiche, quasi mediterranee rispetto al glaciale del neofolk delle nazioni più a Nord come Germania o UK,
e un uso magistrale della tromba, l'italiano retrò, poetico e dannunziano, e una strumentazione particolarmente accurata più vicina al folk noir cantautoriale quasi orchestrato.
Seguono audio e testo:



"Come genti del Nord, dai barbarici Numi
Che scambiarono per Roma i marmi di Luni,
O gli Altaici dell'Est, errabondi e ferini,
Fondatori d'imperi per pascolarvi ronzini

O i predoni del Sud, autoeletti Signori
Inventandosi un dio da servi-pastori,
Abbiamo stomaci esausti, ma appetiti da iene,
Tutti incontro alla sera che viene

Dove va a cadere il sole, sepolcreto di tramonti:
Quando s'alza il fortunale, si sa, chi avanza
Per primo affonderà

Deleghiamo ogni cosa, anche l'esser violenti,
Ma la guerra dei ventri ci scopre impotenti,
Sempre sotto tutela di un corretto pensare
Che ci castra quel tanto da tirare a campare

Dentro a questo circuito, senza ieri o domani,
Per leccar quattro ossa come s'addice ai cani:
Non ho più alcuna voglia di fare il possibilista,
Guardo solo la notte che è in vista

Dove va a morire il sole, l'orizzonte inghiotte i giorni,
La stagione del Maestrale, lo sai, dispero che torni
Dove va a sfinirsi il vento, l'orizzonte incontra l'onda,
Sono oltre al mare aperto e più in là, ma non vi è sponda

Tra Vladivostok, la propaggine estrema
E le Orcadi che sono d'Occaso il diadema,
Suggestivo, lo so, ma a che pro ci si crede,
Se il tenerci alla pelle resta l'unica fede?

Ci ostiniamo a pensarci quali punti d'arrivo,
Ma il più morto di loro è pur sempre più vivo
Di chi ormai ha di sacro giusto un osso sul culo
E d'un tratto la notte è già un muro

Muro che non sente pianti, muro che recinge il niente:
Solo un punto cardinale e nulla più quest'Occidente

E se il sole vi si spegne, e se ora è giunto il tempo,
Quella fiaccola di Atene che tu sai, difendila dal vento
Che verrà..."

se il video non si vedesse o sentisse, andare qui

qui invece sito degli Ianva

Arrivederci a Settembre, e Buona Estate a tutti!

Josh

2 commenti:

Nessie ha detto...

Hai lavorato alacremente per il Giardino, ora ti meriti l'agognata vacanza comunque vada. Belle le liriche della canzone. Lettura consigliata: IL tramonto dell'Occidente di Spengler :-)

Josh ha detto...

Grazie! :-)
Sì beh mi è piaciuto scrivere alcuni post anche da un'ottica più personale quest'anno, mi ha divertito.

E' un ottimo testo quello del brano lì sopra per me, ma anche tromba e fisarmonica suonate in maniera parecchio espressiva.

Ah certo, Spengler qui c'entra proprio, e al di là di tutto, libro fondamentale.